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Biografia

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Ugo Marano, Artista radical-concettuale-utopico, nato a Capriglia di Pellezzano il 9 febbraio del 1943 e vissuto a Cetara, davanti al mare.

Chi vive davanti al mare impara presto a guardare lontano.

E lui guarda ancora più lontano, oltre ogni orizzonte.

Parte, va a studiare il mosaico, e poi torna a Cetara, davanti al mare.

S’impasta le mani con la madre terra, attende per giorni la cottura nel forno e della ceramica ne fa arte.

E la sua arte di ceramica vola lontano, oltre ogni orizzonte.

E oltre ogni orizzonte volano idee, progetti e utopie, nate davanti al mare.

Respira natura e la trasforma in umanità.

Nascono oggetti, vasi alti due metri che a toccarli diventano musica, piatti che porgono al mondo i loro significati simbolici, sedie su cui potrebbero sedersi anche gli dèi, non solo i pastori e i contadini.

Di ogni opera descrive l’idea, ne racconta l’utopia e, battendo sui tasti della sua macchina da scrivere, disegna poesia, inventa tempi e ritmi e una grafica nuova per le parole.

Restaura chiese antiche per restituire valore sacrale ad ogni singola pietra.

Ipotizza città utopistiche a dimensione umana, in cui regnano arte e filosofia che poi diventano installazioni artistiche a cielo aperto.

È stato amico di architetti importanti, di ceramisti, di intellettuali, di vasai, di pescatori, di poeti famosi e sconosciuti, di economisti, di contadini, ma lui pensava a se stesso come un uccello mitologico dal becco lunghissimo.

Ha amato sua moglie Stefania, i suoi figli, la vita e soprattutto l’amore.

Ha cercato l’indesiderato perché sconosciuto, invece del desiderato che era già conosciuto. Ma non ha mai temuto l’insuccesso, perché era proprio quello che cercava.

Ha preteso dai politici un progetto di utopia

Ha chiesto ai poeti di ritornare a cantare

Ha pregato gli artisti affinché diventassero santi e parlassero di universo

Ha vissuto in armonia con il cielo e con la terra, con l’aria e con il mare e ha fatto di se stesso un’opera d’arte

Ci ha lasciato il 15 ottobre del 2011, lasciandoci un vuoto enorme, alto com’era: quasi due metri di intensità e di energia.

L'ARTE E' GESTO FONDANTE

ESPRESSIONE RIVOLUZIONARIA DEL PRESENTE